Continua la mia serie “io viaggio da sola“.
Ero già stata a Mantova ma in compagnia e non l’avevo visitata nella sua interezza, era stata solo una “toccata e fuga”.
Anche questa volta devo proprio dire che, da sola, sono riuscita ad entrare nel vivo della città e ad apprezzare ogni sua sfumatura.
In sella alla mia mini-bici (sto ancora pensando al nome da darle e credo che presto ve lo svelerò visto che una mezza idea già ce l’ho!) parcheggio in centro.
Anche questa volta ho stilato un programma con i luoghi da visitare… ma non l’ho letto, lo leggerò man mano che “scopro” la città in modo da rendere la mia avventura più divertente.
Arrivo in piazza Sordello, penso sia questa la piazza principale e sinceramente rimango un po’ delusa; ci sono vecchi palazzi (tra cui il Palazzo Ducale che visiterò dopo) e il Duomo (anche questo lo vedrò dopo) ma non so, qualcosa non mi torna, continuo la mia visita, vediamo cos’altro c’è da scoprire…
Oggi è la giornata dei musei gratuiti e quando arrivo alla biglietteria mi dicono che tutti i posti per visitare La Camera degli sposi sono esauriti… nooooooooo! La volevo proprio vedere.. Ma mi gioco la carta vincente e chiedo “anche se sono sola non c’è posto?” e la ragazza dice “no, se sei da sola tra un’oretta puoi andare“.
Uno degli altri vantaggi del viaggiare da sola, penso che sono un mito e anche questa è una giornata fortunata!
Mi dirigo verso il Castello di San Giorgio, molto bello col suo fossato e ponte levatoio. Pur assomigliando all’ormai visto e rivisto castello di Ferrara (infatti è stato costruito nel 1395 dallo stesso architetto) ha davvero un grande fascino.
All’inizio il castello aveva solo uno scopo difensivo poi venne abitato dai Gonzaga, i signori di Mantova.
Tornando verso il centro visito il cortile della Casa del Rigoletto, un buffone protagonista di un melodramma di Giuseppe Verdi.
Faccio qualche foto in piazza ed entro nel Duomo, la Cattedrale di San Pietro Apostolo. Noto subito il particolare soffitto a cassettoni e un architettura frutto di un’unione di più stili (romanico, barocco e gotico). Mi colpiscono le decorazioni in bianco e in oro e la maestosa cupola.
Visto che è ancora presto per la visita al palazzo faccio una capatina ai giardini pubblici dove dovrebbe esserci una lapide dedicata a Agnese Visconti, moglie di Francesco Gonzaga, decapitata a 23 anni dal marito stesso. Non riesco però a trovarla.
Uscita dai giardini mi incammino in esplorazione verso una torre che vedo in lontananza, passo dei portici ed ecco che entro nella Piazza delle Erbe, ora capisco, che questo è il vero cuore della città! La piazza è gremita di gente, negozi e bancarelle che vendono la tipica torta Sbrisolona.
Manca poco all’appuntamento per la visita al Palazzo Ducale quindi non esploro subito la piazza, non riesco però a trattenermi dall’entrare nella Rotonda di San Lorenzo, la chiesa più vecchia della città, costruita nel 1082 per volere di Matilde di Canossa.
La sua pianta circolare è davvero originale e appena entro vengo avvolta da una bellissima sensazione; in questo luogo sembra che si sia fermato il tempo, le luci e le ombre proiettate sulla pietra, i resti dei dipinti rimasti sulle pareti, il silenzio (nonostante i numerosi turisti) mi riportano nel passato e a immergermi nella sacralità magica di questo luogo.
Palazzo Ducale
È finalmente l’ora della visita alla Camera degli sposi e al Palazzo Ducale, la dimora delle famiglie più ricche di Mantova.
La camera degli sposi è stata affrescata da Andrea Mantegna.
Appena entro nella stanza l’unica cosa che riesco a dire è wow! Sembra di immergersi in una scena “vera” in cui i personaggi ti rendono protagonista delle loro gesta. Sul soffitto è dipinta un’apertura verso il cielo dalla quale sono affacciati dei putti. Nella sala si può sostare al massimo 5 minuti perché non è grandissima e la gente in coda per la visita è tanta, bastano comunque per ammirarla nella sua interezza e assaporare la sua bellezza.
Procedo alla visita del Palazzo e mi immergo in un “labirinto” di stanze, una più bella dell’altra, piene di affreschi stupendi e opere d’arte maestose.
Non starò ad illustrarvi stanza per stanza ma inutile dirvi che una delle mie preferite è quella dello Zodiaco in cui mi soffermo a lungo a fantasticare perché mi sembra di essere immersa nella volta celeste.
La seconda che preferisco è la Galleria degli specchi, una sala immensa, interamente affrescata con figure mitologiche ed in particolare con la rappresentazione del Carro di Apollo che dal mattino, partendo dall’inizio della sala, si sposta fino alla notte, alla fine della sala, seguo quindi con il naso all’insù tutto il percorso di questo ipotetico viaggio, stupita dalla bellezza e dagli splendidi colori di queste pitture.
Il giardino pensile è un gioiellino; un colonnato esterno delimita la presenza di vasi, piante di agrumi e cespugli disposti ad opera d’arte, nulla è per caso, tutto è studiato per riprodurre la bellezza degli interni anche all’esterno. Questo equilibrio mi regala un gran senso di pace interiore.
Ed è bello incontrare anche una bella coppia che passeggia mano nella mano…
Proseguendo la visita attraverso altre sale affrescate, corridoi e arazzi.
Nel palazzo è ospitata la mostra “Pisanello, il tumulto del mondo“, dedicata al pittore quattrocentesco Antonio Pisano, detto il Pisanello.
Al termine della visita mi imbatto in opere di artisti del 400, tra cui anche la Madonna della Quaglia e Madonna col Bambino e i santi Antonio e Giorgio, sempre del Pisanello. Che sia chiaro, nella mia ignoranza non conoscevo queste opere ma mi hanno subito catturato per i loro dettagli e il prezioso fondo dorato.
Esco molto soddisfatta del palazzo Ducale, davvero un palazzo ricco di storia e bellezza, capace di affascinare anche una come me che di arte non ne capisce una mazza!
Faccio una visita anche al museo archeologico, ci sono davvero tanti reperti e oggetti curiosi, varrebbe la pena soffermarsi maggiormente ma sto morendo di fame e quindi decido di uscire rapidamente.
Con la pancia finalmente piena mi accingo alla visita di Palazzo Te.
Palazzo Te
Nel palazzo è presente la mostra Giulio Romano. La forza delle cose, dedicata ad un’artista che realizzò parecchie opere di design per i Gonzaga. Mi fermo a guardare le riproduzioni con la tecnica di stampa 3d.
Anche qui mi addentro in un labirinto di sale e un’app (devo dire davvero ben fatta!) mi spiega sala per sala quello che sto osservando. Mi affascinano le scene mitologiche, le decorazioni dei portici e la bellissima area esterna.
Nella foto sotto si noti “l’umarel” di Mantova :).
La sala dei cavalli. I Gonzaga hanno deciso di onorare i loro cavalli dedicandogli un affresco a misura naturale nella stanza destinata all’accoglienza per gli ospiti.
Amore e Psiche. un capolavoro, impossibile descrivere l’emozione che provo davanti a questa maestosità, tento di rendere l’idea della grandezza dell’opera attraverso le foto ma è impossibile, se non sei qui, al centro della stanza non puoi capire…
Visito altre stanze, meno affascinanti delle precedenti ma comunque molto belle, attraverso la loggia e i giardini con le peschiere e rientro nel palazzo.
La camera degli stucchi è diversa dalle altre, qui non ci sono dipinti ma figure in stucco bianco che pare escano dalle pareti.
Sono esposte antiche armi ed armature, molto raffinate e curate nelle decorazioni.
Penso che la visita sia quasi terminata quando, con mia grande sorpresa, entro nella Sala dei Giganti e mi trovo di fronte un’altra maestosità. La stanza non ha spigoli per non dare la sensazione di limiti di spazio, la scena è caotica e frenetica e rappresenta la caduta dei giganti scatenata dall’ira di Giove sull’Olimpo (che viene rappresentato con un fulmine in mano). Anche qui vorrei fare una foto per documentare la grandiosità della scena ma mi rendo conto è impossibile, occorre solo stare qui, tra questi giganti per viverla (e io che sono piccolina mi sento ancora più piccola di fronte a loro).
Procedo incontrando altre opere di Giulio Romano e uscendo nuovamente verso i giardini.
Scopro il “giardino segreto“, un ambiente che simula una grotta naturale.
Piazza delle Erbe
Soddisfatta anche di questa visita decido ora di andare a visitare per bene la Piazza delle Erbe, si sta avvicinando il tramonto e sono certa che mi regalerà colori ed emozioni uniche.
La luce infatti è bellissima e gli ultimi raggi di sole caldi e dorati si illuminano il Palazzo della Ragione con la torre dell’orologio astrologico e la Basilica di S. Andrea.
Entro nella basilica, è immensa, da fuori non sembra così grande. Ricca di opere d’arte e maestose decorazioni è famosa per custodire i sacri vasi, in cui si dice che sia custodita la terra del Golgota intrisa dal sangue di Cristo.
Al tramonto…
Faccio un giro veloce perchè voglio godermi il tramonto all’esterno e vivere un po’ la città prima di andare a casa.
Il sole sta calando e la luce dorata ora lascia spazio ad un’esplosione di colori in cielo che, grazie alle nuvole, crea un’ulteriore opera d’arte: quella della natura.
Decido di incamminarmi veloce, anzi di corsa… verso il parcheggio delle Canoe per fare la foto allo skyline della città, arrivo giusto in tempo per fotografare le ultime luci che si riflettono sui laghi…
ed infine arrivo alla mia meta. Sono affaticata dalla corsa ma ne è valsa la pena, mi siedo e contemplo tutta questa bellezza e penso alla bella giornata che ho vissuto.
Respiro, mi rilasso e quando sono pronta riparto per tornare verso il centro. I colori sono ancora accesi e ne approfitto per immortalarli.
Nonostante ora sia buio e inizia a fare fresco la città è ancora gremita di gente, faccio una passeggiata per la via principale e a malincuore decido di tornare verso la macchina per il rientro.
In conclusione penso che Mantova sia davvero una bellissima città d’arte, un’arte “viva e calda“, che ti trasmette grande sensazioni ed emozioni. La sua arte mi ha colpito per le sue allegorie, i colori vivaci e i personaggi tratti in particolare dalla mitologia. A mio avviso un’arte senza tempo.
Una nota negativa? Le persone… le ho trovate un po’ fredde e alcune scortesi, non so, magari è stata solo una mia impressione…
Grazie come sempre per avermi seguita fino a qui miei fedeli lettori! Alla Prossima avventura!